Sake [酒?] o meglio o-sake [お酒?] vuol dire solo "bevanda alcolica", in generale, comprendendo anche whiskey , vino...
Quello che per noi è "sake" in realtà si chiama nihonshu [日本酒? - letteralmente "alcool giapponese"] o seishu [清酒? - letteralmente "alcool raffinato"].
Un fermentato di riso, con 16-20° alcolici.
Da non confondere con i distillati, chiamati shōchū [焼酎?].
Più alcolici del nihonshu, ma meno delle nostre grappe.
Come per il vino, esistono molte qualità di sake (continuo a chiamarlo così per comodità).
A differenza del vino però, non esiste una forte regolamentazione che garantisca il consumatore.
Non ci sono equivalenti del DOC o del DOCG e soprattutto la Legge non impedisce di adulterarlo.
Di fatto, alla gran parte del sake oggi in commercio viene aggiunto alcool.
Se non peggio: glucusio, sciroppo di malto o addirittura glutammato (quello dei dadi da brodo!) per esaltarne artificialmente il sapore.
Come per il vino, non è facile per un profano distinguere la qualità di un sake dalla bottiglia.
I prezzi non sempre sono indicativi.
Quando poi non si è in grado di leggere l'etichetta, scritta in kanji, la situazione è ancora più complicata :)
Leggendo il terzo volume di Oishimbo, dedicato appunto al sake, ho scoperto di aver bevuto quasi solo schifezze o giù di lì.
Comunque solamente quello che in Giappone viene chiamato futsū-shu [普通酒? o "sake ordinario"].
Ben peggio del nostro vino da tavola nel bottiglione, perché spesso adulterato.
Dalla lettura di Oishinbo ho tratto informazioni molto interessanti.
Da tenere buone per il prossimo acquisto alcolico.
Anche senza capire completamente l'etichetta si possono cercare alcune scritte chiave.
La scritta più importante da cercare è 純米酒? [junmai-shu]
O anche solo 純米? [junmai].
Significa "sake di puro riso".
Indica i prodotti ai quali non è stato aggiunto alcool o altro.
Di solito è ben in evidenza sull'etichetta.
Esistono però tipi di sake di alta qualità ai quali viene aggiunto un po' di alcool.
Dicono per esalarne il sapore e non per diluirlo (l'autore di Oishinbo non sembra essere molto d'accordo in proposito).
Sono chiamati Honjōzō-shu [本醸造酒? - "sake autentico"].
Effettivamente nei reparti gastronomici giapponesi mi è capitato di vedere scritte in inglese che dicevamo "pure rice wine"... giustamente loro non lo traducono con sake ;)
Non me ne ero spiegato il senso. Su un vino non scriverebbero mai "vino di pura uva". Se non fosse così non potrebbe nemmeno chiamarsi vino.
Le avevo quindi attribuite alla solita traduzione balenga in inglese, niente affatto rara in Giappone.
Ora ho capito!
Quando si impara è sempre tardi :)
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