Mi riferisco allo Yūshūkan [遊就館] di Tokyo e al Kyoto Museum for World Peace [立命館大学国際平和ミュージアム - Ritsumeikan Daigaku Kokusai Heiwa Myūjiamu], dei quale avevamo già parlato durante il viaggio del 2008.
Vanno visti entrambi, nello stesso viaggio, per cogliere meglio il contrasto.
Portano due visioni assolutamente contrapposte della storia giapponese del secolo scorso. Da non credere che possano convivere nella coscienza di uno stesso popolo.
Lo Yūshūkan, di Tokyo, non a caso è considerato "il museo della guerra" e sorge accanto al santuario dello Yasukuni Jinja [靖国神社].
Il santuario è sempre al centro di polemiche internazionali, quando le autorità giapponesi si recano ad onorare gli "eroi di guerra", tra i quali criminali di guerra responsabili degli eccidi nelle inviasioni di Corea, Manciuria, Cina.
Tutte le esposizioni sono corredate di tabelloni tradotti in inglese, dove si possono leggere interessanti interpretazioni dei fatti storici che fanno impallidire il più accanito revisionista de' noartri, sostenitore della teoria secondo la quale "siamo andati in Libia per fare le strade" ;)
Avevo già citato qualche testo nella seconda parte di questo post.

Tra gli altri segnalo la "bomba pilotata" Ohka (sempre in tema di follia umana...)
I toni del museo dell'università Ritsumeikan di Kyoto sono assolutamente opposti.

Si parla della vita grama della popolazione civile in periodo di guerra, ben lontana dall'allegra mobilitazione per "aiutare la patria".
Il museo è molto vicino al Kinkaku-ji (il Padiglione d'Oro) quindi non costringe a deviazioni dagli itinerari del turista medio.
E' abbastanza piccolo e si visita velocemente. Consigliata l'audioguida in inglese, gratuita.
Trovate informazioni sul sito ufficiale (in inglese) e la mappa per raggiungerlo.

Non ha bisogno di introduzioni, visto che ogni turista che va ad Hiroshima lo fa per visitare il Parco e il Museo della Pace.
Se siete a Kyoto o Osaka, considerate che Hiroshima può essere tranquillamente meta di una gita di giornata: poco più di un'ora e mezza di shinkansen.
(BTW: la testata di questo blog è una foto degli origami della gru, lasciati dai bambini al Parco della Pace, secondo un'antica tradizione).
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