Ci sono autori con i quali viaggiare è come percorrere vie oniriche e continui a camminare in mezzo alla nebbiolina che circonda i sogni più profondi, la mente si perde e crea percorsi.
Tokyo di Rossella Marangoni ti trasporta in un luogo che so reale ma che è fatto della consistenza delle luci notturne di una città che ora è per me Blade Runner e Sogni di Kurosawa, le piccole case con i futon ripiegati e i manga, la metropolitana di Murakami e i monasteri zen di Setouchi Harumi.
Con la Marangoni Ukiyo-e prende forma, si svela e si spiega. Accanto ai grattacieli e a un traffico caotico tutto si zittisce e ci sono piccoli negozi di calligrafia, antiquari e musei preziosi ... passeggeremo con questo minuscolo libro alla ricerca del cimitero dei 47 ronin che vendicarono il loro signore Asano Naganori e furono poi condannati al suicidio rituale o distingueremo le suggestioni di Shitamachi (la città bassa) assaggiando la migliore tempura di Tokyo nel quartiere di Asakusa?
Certo finirò per trasportare Nicus e Dario nei negozi di kimono o a provare a entrare in un bagno pubblico nonostante possano scambiarmi per uno strano (e magrissimo) membro della Yakuza ;-DD
Mi auguro di sentire il clan clan dei geta, gli zoccoli tradizionali in una sera d'autunno e di portamelo dietro come un bussare del cuore.
Se non saprò distinguere tutti gli strati di cui è formata Tokyo, ne avrò la coscienza; i terremoti, le inondazioni e la guerra ne hanno cambiato la conformazione ma nulla sembra essersi completamente perso e se non riuscirò a vederlo potrò cercarlo negli scrittori e registi che accompagnano le pagine di quest'autrice suggestiva.
Kurosawa e Tanizaki ricordano una Tokyo che si muove veloce verso l'occidente perdendo nella corsa solo uno dei suoi zoccoli di legno come una Cenerentola d'Oriente e mi farà cercare fuori dai finestrini almeno una ciminiera, mentre grazie a Murakami avrò la giustificazione per gironzolare trai negozi di Aoyama, Omotensando e Harajuku riempiendomi gli occhi dei colori e delle persone (spero anche che qualcuno mi ci tiri fuori a forza prima che abbia speso tutto lo stipendio dei prossimi 6 mesi ;-))
Difficilmente vedremo la festa del dio del mare nel porto della città, ma ho qualche dubbio che Tokyo di notte non mi farà sentire un po' Deckard e che non mi ritroverò a mangiare udon in brodo in strada giusto per rivivere la fascinazione della scena iniziale di uno dei miei film preferiti.
I percorsi con le uscite della metro son tra le cose che mi affascinano di più ... un labirinto di Minosse portato alle estreme conseguenze (e come Murakami riesca a immaginarmi una vita parallela nelle sue gallerie) dal quale verrò sputata fuori in una viuzza tranquilla "con muri di cinta bianchi a cui si appoggiano stanche biciclette" che custodiscono un piccolo museo prezioso come il Nihon Mingeikan nato nel 1924 con l'intento di preservare l'artigianato giapponese.
Proveremo a perderci (sempre che gli ingegneri di perdano sul serio...) e a provare a sentire se come dice Banana Yoshimoto "Tokyo respira in profondità gli infiniti paesaggi che ognuna delle persone che sono qui porta dentro di sé" .
5 commenti:
Ciao Petula,
ti ricordi di me?
Io ho vissuto per un po' a Tokyo e la conosco abbastanza,
quando ci andai per la prima volta anch'io avevo negli occhi le sequenze del mio film preferito...che è poi il tuo,
non resterai delusa!
Per i trasporti vi consiglio, nella megalopoli, di fare subito la SUICA, una carta prepagata che si carica negli appositi uffici e che vi concede pieno accesso a scalare, così non dovete di volta in volta comprare il biglietto o intasare le file- che scorrono fluidissime-di persone che passano senza fermarsi semplicemente passando al SUICA su una specie di lettore di codice a barre...
è comodissima, e si ricarica con le banconote alle macchinette delle stazioni.
Se hai bisogno di altre info chiedimi pure...ci sono appena stata...
ehm ero io
valentinaLou
Gli uffici che la fanno esibiscono il logo che è un pinguino
http://images.google.it/images?hl=it&q=suica&btnG=Cerca+immagini&gbv=2
si paga circa 5 euro di deposito per avere la carta magnetica e lì al momento stesso la si carica di un tot,
poi l'ultimo giorno potete restituirla e sarete rimborsati di quanto vi è sulla carta e del deposito.
@ValentinaLou:
Per ora rispondo io, visto che Petula è "fuori dalla rete" per qualche giorno :)
Ti ringrazio per il suggerimento della carta SUICA, che prenderemo sicuramente in considerazione [aggiungo ai miei appunti :D ]
Io sono stato a Tokyo l'anno scorso, anche se molto brevemente.
La sensazione è proprio quella di essere il tappo nello scorrere fluido della fiumana di persone.
Specialmente quando ci si imbrana di fronte alle macchine vendi-biglietti, o ai tornelli, sorpresi dal fatto che il biglietto venga sparato dall'altra parte alla velocità del suono ;)
Da allora rimango sempre un po' irritato dalle obliteratrici della Metropolitana Milanese, che ronzano e macinano per una decina di secondi prima di restituirti il biglietto :D
Come ti capisco...anche io trovo lentissime le obliteratrici milanesi dopo Tokyo ;)
Senza SUICA si è inesorabilmente il tappo nello scorrere fluido della fiumana di persone, proprio per questo mi è venuto da dirvelo...;)
Se vi serve qualsivoglia altra informazione, chiedete pure, ho abitato a Tokyo per un po' e ho ancora là la mia famiglia giapponese.
A presto!
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